Sahara Solar Breeder Project per soddisfare il fabbisogno elettrico mondiale

Sole e sabbia del deserto del Sahara potrebbero soddisfare metà del fabbisogno elettrico mondiale. “Sahara Solar Breeder Project” è il progetto che ha l’ambizione di raggiungere questo traguardo entro il 2050 ed è sviluppato dalla collaborazione di ricercatori giapponesi e algerini. “L’energia che riceviamo dal sole –ha spiegato l’ingegnere Hideomi Koinuma dell’università di Tokyo- è circa 10mila volte quella utilizzata oggi dall’umanità. Dunque se potessimo utilizzarne solo lo 0,01% non saremmo mai a corto di energia, ma ne avremmo da buttare”.

Nel campo dell’energia solare questo è il progetto più ambizioso ma c’è un altro progetto, il Desertec, che, sempre con lo sfruttamento dell’energia solare del Sahara, ha lo scopo di soddisfare il 15% del fabbisogno elettrico europeo entro il 2050. L’iniziativa è stata presentata la prima volta un anno fa al “G8+5 Accademies’ Meeting di Roma” e si basa su due idee fondamentali: da un lato, trovare il modo di trasformare il silicio presente nella sabbia del deserto in silicio adatto alle celle solari. La sabbia è, infatti, una fonte ricchissima di silicio e quest’ultimo è l’elemento principale dei comuni pannelli solari. Estrarre il silicio dalla sabbia di un deserto non ha però prodotto risultati abbastanza soddisfacenti e competitivi, in quanto il processo di lavorazione richiede molta energia. Dall’altro lato, parte dell’elettricità prodotta dalle centrali servirà alle operazioni per la costruzione di altri pannelli, creando in questo modo un circolo virtuoso.

La prima centralina solare da 100 KW dovrebbe essere realizzata già nel 2011: entro il 2050, la potenza totale delle centrali potrebbe arrivare a 100mila MW. Il trasporto dell’elettricità nel resto del mondo dovrebbe avvenire in corrente diretta ad altissima tensione, permettendo così di raggiungere i centri di consumo, come nel progetto Desertec. Si tratta di una tecnologia già utilizzata in diversi progetti nel mondo e la dispersione risulterebbe bassa, attorno al 3% ogni mille chilometri, e il costo di trasmissione oscillerebbe tra 1 e 2 centesimi per chilowatt ora. Il “Sahara Solar Breeder Project” si differenzierà tuttavia per l’uso di superconduttori ad “alte temperature”. La soluzione a questa criticità starebbe, infatti, secondo Koinuma, nelle linee di superconduttori che dovrebbero viaggiare a una temperatura di 240 °C sotto lo zero con enormi costi per la refrigerazione.

Le difficoltà nella realizzazione di questo progetto sono molteplici: le tempeste di sabbia, la necessità di interrare i cavi per ridurre le oscillazioni della temperatura e l’uso di azoto liquido per raffreddarli. Sono stati stimati 7,5 milioni di euro per la prima fase di ricerca che durerà cinque anni e serviranno a predisporre le tecnologie necessarie.

Fonte: by Energie Sensibili

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