Ad ideare il progetto di T-shirt e scarpe biodegradabili, realizzate in fibre da latte e cereali, per uno sport completamente ecosostenibile, è stato l’italiano Filippo De Martin, 39 anni, originario di Treviso: il “tessuto non tessuto” di questi innovativi capi d’abbigliamento, prodotto in collaborazione con l’ingegnere tessile Nicola Monti e con l’esperto di processi di produzione Lupo Rossi, è ricavato interamente da fibre vegetali, come oli di mais o barbabietola, per capi «compostabili» che possono essere perfino sotterrati quando non servono più.
Il progetto, denominato “Wear and Toss” e basato sui principi della filosofia del design sostenibile Cradle to Cradle (Dalla culla alla culla), è per il momento solo un’idea, ma una famosa multinazionale di prodotti sportivi, convinta che il futuro della moda e dell’abbigliamento tecnico debbano essere «eco-friendly», è pronta ad investire per sviluppare capi che non inquinino e che siano facilmente riciclabili.
Non si sa ancora se questo “tessuto non tessuto” rivoluzionerà il mondo dell’abbigliamento. Ciò che è certo è che è biodegradabile (una volta usati e non più utili gli indumenti potranno essere gettati nel compost casalingo) e il suo costo, molto basso, potrebbe essere apprezzato dai cittadini italiani in tempo di crisi: «Si tratta di un materiale stabile, un jersey, una maglina morbida, con elasticità e effetto drappo come i normali tessuti e la cosa notevole – spiega l’ideatore De Martin- che è a bassissimo costo: una maglietta arriverà al consumatore solo 2 euro. L’idea mi è venuta nel 2008 durante una vacanza con i miei figli. La quantità di vestiti che sporcano i bambini è impressionante e allora mi sono detto: perché non trovare qualcosa di alternativo, un usa e getta che però eviti l’effetto pannolino e che sia al contrario utile all’ambiente?»
Adesso il giovane designer e i suoi collaboratori sono alla ricerca di qualcuno che trasformi il loro prodotto in un progetto industriale: «Cerchiamo un finanziatore che permetta l’avvio della produzione in grande scala e per questo -conclude De Martin- ci stiamo rivolgendo anche all’estero».
Fonte: Corriere.it
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